La sfida energetica (1)

Di Sostenibilità

Articolo pubblicato sulla rivista Ticonzero nel gennaio 2008. Parte prima. Descrive le variabili in gioco e lo stato di fatto.

Introduzione

Esiste ormai una assoluta evidenza della centralità dei temi che riguardano lo sviluppo sostenibile. La crescita demografica e la evoluzione rapidissima di alcuni grandi sistemi economici, che stanno portando miliardi di persone verso un tenore di vita paragonabile a quello delle società storicamente più evolute, rendono drammaticamente attuali due grandi problemi, tra di loro interdipendenti, anche se di natura diversa. Il primo è quello riguardante l’aumento della domanda di energia a fronte di risorse in via di esaurimento e comunque limitate, che provoca tensioni crescenti sui prezzi e in prospettiva grandi problemi di approvvigionamento. Il secondo è relativo all’impatto ambientale della produzione di energia da combustibili fossili che, se anche fossero illimitati, provocano sempre maggiori emissioni inquinanti, in particolari di CO2, con conseguenze solo in parte prevedibili sul clima e sull’intero ecosistema.

C’è ormai unanime concordanza sulla necessità di trovare nuovi equilibri energetici e ambientali e sul fatto che questa sarà la grande sfida dei prossimi decenni. 

Si tratta di una grande sfida, ma, come spesso è avvenuto nella storia dell’umanità, può trasformarsi in una grande opportunità se riesce a dare il via allo sviluppo di una nuova economia basata su nuovi settori industriali. 

E’ una sfida complessa che riguarda tutti, che richiede scelte politiche avvedute e lungimiranti e che necessita in primo luogo di una grande operazione culturale che faccia chiarezza sui termini reali della questione e che orienti i comportamenti di cittadini, istituzioni e imprese.


La situazione attuale: fabbisogni e fonti

Per apprezzare le dimensioni della sfida energetica è necessario conoscere innanzitutto l’attuale situazione sia in termini di fabbisogni che di fonti utilizzate e di impatto ambientale.

La quantità totale di energia di cui l’umanità fa attualmente uso in un anno è pari a circa 11 miliardi di TEP, ovverossia, per usare una unità di uso più comune, 130.000 Twh.

Tale quantità di energia viene ricavata da diverse fonti primarie (così chiamate perché disponibili in natura).

Non rinnovabili
(sono disponibili in quantità finita)
Petrolio
Gas naturale
Carbone
Uranio (energia nucleare)
Rinnovabili
(sono disponibili in quantità inesauribile o possono essere rigenerate in tempi brevi )
Solare
Eolica
Idrica
Geotermica
Biomasse (1)


(1) Le biomasse non sono di per se inesauribili come il sole o il vento, ma possono essere rinnovate da cicli intelligenti di utilizzo dipendenti dall’uomo (colture, forestazioni etc.)

Il fabbisogno energetico globale  viene soddisfatto attualmente dalle fonti primarie in queste percentuali (dati 2007):

Petrolio
36%
Carbone
26%
Gas  
24%
Idroelettrico
  6%
Nucleare
  6%
Rinnovabili  
 2% 
Rinnovabili compreso idroelettrico
 8%

La stragrande quantità di energia di cui disponiamo sulla terra è di origine solare.

Tutta l’energia contenuta negli organismi biologici proviene dal sole in via più o meno diretta.

L’energia contenuta nei combustibili fossili viene dal sole ed è stata immagazzinata in centinaia di milioni di anni in epoche lontanissime . 

Il ciclo dell’acqua che consente lo sfruttamento idroelettrico è provocato dal sole così come i venti e quindi anche i moti ondosi.

Non dipendono dal sole: l’energia nucleare[1], le maree e  l’energia geotermica (calore delle viscere della terra)

L’energia complessiva di provenienza solare che giunge sulla terra in un anno è pari a 19.000 miliardi di TEP o 400 milioni di Twh.

Confrontando questa quantità con il fabbisogno globale si scopre che il sole fornisce  la terra di una quantità di energia circa 2.000 volte superiore a quella  attualmente consumata dall’intera  umanità. Ma di tutta questa energia siamo riusciti ad utilizzare per ora solo una minima parte, in particolare quella che il sole ha accumulato all’interno dei combustibile di origine fossile. Da pochi anni si è iniziato un processo di utilizzo diretto dell’energia solare.

Le fonti di energia primarie possono essere utilizzate direttamente oppure trasformate in fonti secondarie, allo scopo di renderle più facilmente fruibili, risolvendo problemi di distanza, trasporto, inquinamento.

Tra le fonti secondarie annoveriamo benzina, energia elettrica, idrogeno.

Il secolo scorso ha assistito alla affermazione straordinaria di una di queste fonti secondarie: l’energia elettrica, una vera rivoluzione tecnologica che ha consentito l’utilizzo diffuso e capillare dell’energia e il conseguente grande sviluppo economico e sociale del ‘900.[

Nel mondo viene prodotta attualmente in un anno energia elettrica pari a 17.400 Twh.

In Italia il consumo  annuale di energia elettrica è di circa 300 Twh ed è prodotto in massima parte da prodotti petroliferi e da gas metano. Le centrali idroelettriche producono circa il 10% del fabbisogno. Si pensi che nel 1960 la produzione di energia idroelettrica costituiva l’80% del totale. In quegli anni l’energia in Italia era  perciò praticamente gratuita il che costituiva un vantaggio competitivo importante. A partire da quegli anni, non potendosi più utilizzare energia idroelettrica per l’esaurimento dei salti d’acqua disponibili, l’aumento del fabbisogno è stato soddisfatto interamente da fonti fossili introducendo gradualmente un handicap per il nostro sistema economico.

Come si sa le fonti energetiche non sono distribuite equamente sulla superficie terrestre.

Ma neppure il consumo, come noto, è equamente distribuito. Oggi un cittadino americano (il maggiore consumatore mondiale di energia) ha un consumo energetico medio pari a quello di due europei, di dieci cinesi, di quindici indiani e di trenta africani. E naturalmente a questa distribuzione dei consumi corrisponde una analoga distribuzione nella responsabilità dei danni ambientali. 

Questa distribuzione disomogenea di fonti e di consumi rappresenta uno dei maggiori problemi nelle relazioni internazionali e indica che la strada per affrontare la grande sfida energetica non può essere che di scala globale.

Last modified: 21 Gennaio 2022

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