Trump contro Greta e lo stato della California

Di Mondo, Sostenibilità

La contrapposizione frontale che vede impegnato Trump in questi giorni contemporaneamente contro Greta e contro lo stato della California rappresenta plasticamente lo scontro in atto tra vecchi e nuovi paradigmi e ci fa essere ottimisti.

Stiamo vivendo uno dei momenti chiave della storia del genere umano, una grande epocale transizione dei principi dello sviluppo economico che ha come traguardo il contenimento del cambiamento climatico, ma non solo. Dietro l’angolo c’è un mondo profondamente diverso da quello che ci ha consegnato il XX secolo. Un mondo più leggero, che non consuma le risorse del pianeta e che adotta un nuovo modello di sviluppo molto più in equilibrio con la natura. (Vedi: “Un mondo da rifare”)

Il conflitto tra Trump e i suoi più recenti “nemici”, Greta e lo Stato della California, è, più di ogni altro argomento, il simbolo del momento che stiamo vivendo. Da una parte Trump cerca in ogni modo di minimizzare con il suo atteggiamento e il suo scetticismo, la forza della protesta di Greta, che incarna la presa di coscienza delle nuove generazioni e rappresenta i veri portatori di interesse della battaglia verso la sostenibilità: i giovani di oggi e le generazioni che verranno. Chi tutela i diritti di chi non c’è ancora? (un grande tema filosofico e politico nel senso più alto).

Negli stessi giorni in cui cerca di ridicolizzare Greta e presenzia con sufficienza alle discussioni alle Nazioni Unite, Trump ha aperto un nuovo fronte sfidando lo Stato della California che ha dichiarato di volere aderire agli Accordi di Parigi rigettati da Trump e ha adottato per legge obiettivi più ambiziosi su inquinamento e energia rinnovabili rispetto a quelli decisi dall’Amministrazione Centrale. (Leggi: La California guida la transizione verso 100% rinnovabili).

In particolare lo scontro riguarda i limiti alle emissione dei veicoli che la California ha decisamente abbassato rispetto a quelli decisi da Trump il quale ritiene che limiti più laschi favoriscano l’industria automobilistica. Ma alla scelta della California si sono adeguati già altri tredici Stati che hanno deciso di seguire da qui in avanti le impostazioni dello stato californiano. E, a fare ancora più indispettire Trump, in conseguenza di ciò già quattro case automobilistiche – Volkswagen, BMW, Honda e Ford – hanno comunicato che aderiranno ai limiti più severi imposti dalla California, essendo molto più costoso predisporre modelli diversi per i diversi stati americani. In un primo momento Trump ha provato a promuovere una azione antitrust nei confronti della case automobilistiche accusandole di avere creato un “cartello”, ma data l’inconsistenza di questa accusa, sta cercando di cancellare la Deroga (Waiver) introdotta da Nixon negli anni ’70 che attribuisce ai singoli stati autonomia legislativa rispetto al Clean Air Act (la legislazione su Ambiente e Qualità dell’aria).

Uno scontro titanico con esiti e ricadute importantissime. Ma uno scontro di retroguardia, fuori dal tempo e anche fuori dalla logica. Se tu imponi dei limiti alle emissioni inquinanti che non devono essere superiori a un certo valore, implicitamente accetti che si possa fare anche di meglio. In pratica il messaggio di Trump è qualcosa come: ” vi impongo di inquinare di più”.

Quello che Trump e i portatori di interessi che Trump rappresenta non hanno capito è che anche le grandi imprese stanno facendo proprio il nuovo paradigma dello Sviluppo Sostenibile. E questo perché hanno intravisto un cambiamento in atto nelle sensibilità e nella domanda delle persone (consumatori) che sta diventando dirompente e irreversibile. E di conseguenza le imprese che non si adegueranno si troveranno tagliate fuori.

La California è lo stato più ricco degli Stati Uniti. La sua economia, se scorporata, sarebbe al quinto posto nel mondo. Il cuore pulsante dell’economia californiana sono le imprese del mondo digitale (più software che hardware). Lì è nato il nocciolo dell’economia “leggera” che caratterizzerà il XXI secolo.

E’ difficile sostenere che si tratta di sognatori e utopisti.

E’ questo fenomeno che fa sì che il percorso verso la sostenibilità e l’affermazione delle tecnologie che la supportano questa volta è destinato ad affermarsi.

Negli anni ’70, a seguito della guerra del Kippur e dell’improvviso aumento del prezzo del petrolio, il tema dello sviluppo sostenibile era già emerso con chiarezza (Club di Roma, “I limiti dello sviluppo”….), ma si era trattato di una nicchia di scienziati e pensatori: i grandi attori economici erano concentrati altrove e per questo motivo per trenta e più anni l’argomento è stato accantonato.

La saldatura tra Greta e la California è la rappresentazione visibile della “transizione possibile”. Si tratta di una “lunga marcia” che non sarà priva di problemi e contraddizioni, ma sta già impegnando milioni di persone in tutto il mondo e ci fa essere ottimisti.

Last modified: 10 Febbraio 2021

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