Giochiamo col PIL

Di Numeri

Spesso la scarsa dimestichezza coi numeri, in chi legge e in chi scrive – frequentemente, ahimè, anche nei media più blasonati – si rivela una fonte di equivoci e fraintendimenti. Per ragionare di economia, di tecnologia, di sviluppo quasi sempre ci si appoggia a grafici e numeri. In questo articolo qualche accorgimento per evitare gli errori più macroscopici.

Per non essere astratti giochiamo, solo a titolo di esempio, con una grandezza basilare, forse quella più ricorrente nelle argomentazioni e nelle notizie che riguardano l’economia e lo sviluppo: il PIL. I ragionamenti che faremo possono però essere applicati ad una qualunque altra grandezza che ci capiterà di vedere rappresentata in termini numerici.

PIL è acronimo di Prodotto Interno Lordo, misuratore principe della ricchezza di un Paese. In inglese l’acronimo diventa GDP (Gross Domestic Product). Il valore rappresenta il totale dell’ammontare del valore dei prodotti e servizi di un determinato Paese o area geografica.

Trascuriamo in questa sede le valutazioni relative alla reale rispondenza del PIL al benessere di una comunità (vedi Crescita, PIL e sostenibilità) e ragioniamo solo sulla corretta lettura dei numeri che vediamo riportati quotidianamente.

Parlavamo dell’importanza dell’Unità di Misura. Molto frequentemente i numeri relativi ad una qualunque grandezza vengono riportati senza affiancarli all’unità di misura. E senza unità di misura i numeri non hanno alcun significato.

Tutte le volte che si legge un numero, prima di attribuirgli un qualunque significato, ci si deve domandare immediatamente: di che cosa stiamo parlando, in quale unità di misura è espresso?

E veniamo al PIL. Essendo una misura di un valore economico-monetario deve essere espresso in valuta (dollari, euro, sterline, yuan etc.). Il secondo elemento chiave è l’ambito territoriale a cui si riferisce. Posso avere il PIL di un Paese (il PIL della Germania, il PIL dell’Italia, il PIL degli Stati Uniti). Ma ci si può riferire anche a un aggregato di Paesi (il PIL della Unione Europea, il PIL dei Paesi scandinavi) o a un sottoinsieme di un Paese (il PIL dell’Emilia Romagna, il PIL dell’area di Londra). Naturalmente per conoscere il PIL di una determinata area occorre che ci siano istituti di statistica o entri accreditati che abbiano l’interesse a calcolarlo.

IL PIL totale di un Paese dà indicazioni sulla capacità complessiva della sua economia, ma non dice niente del livello di benessere dei suoi abitanti. Un Paese con molti abitanti avrà un PIL maggiore di un Paese piccolo con pochi abitanti che produrranno per definizione un minor volume di prodotti e servizi anche a parità di grado di evoluzione dell’economia.

La classifica sopra riportata tiene in considerazione il PIL nominale che però è un indicatore parziale. Infatti il benessere è direttamente correlato al potere di acquisto degli individui. E’ evidente che molti beni e servizi (quelli prodotti internamente) hanno un costo più basso nei paesi più poveri, legato sostanzialmente al livello dei salari. E quindi in quei Paesi, con lo stesso ammontare di risorse si accede a più beni e servizi rispetto a quello che si può fare in Paesi più ricchi dove la vita è più cara. E’ una questione che riguarda anche aree diverse di uno stesso Paese. Noi lo sappiamo bene perché abbiamo da molto tempo a che fare con il problema del diverso potere di acquisto tra il Nord e il Sud a causa del quale i dipendenti pubblici del sud sono più ricchi di quelli del nord pur percependo (anzi proprio perché percepiscono) lo stesso livello di retribuzione.

Per tenere conto di questo fenomeno è stato messo a punto un metodo di calcolo diverso rispetto a quello del PIL cosiddetto nominale. Si tratta del PIL “rettificato”, allineato al reale potere d’acquisto di ogni Paese. Si chiama PIL PPA (Parità di Potere di Acquisto); in inglese PIL PPP (Power Purchase Parity). La classifica dei Paesi del mondo valutata con il PPA PIL è abbastanza diversa di quella valutata con il PIL nominale. Per fare un esempio: La Cina ha un PIL rettificato PPA superiore a quello degli Stati Uniti. L’Italia passa dalla 9° posizione alla 12°.

Il PIL Totale, sia esso nominale o PPA non dice niente però sul reale livello di benessere delle persone. Per avere questa informazione devo conoscere il PIL/procapite (PIL totale diviso per il numero di abitanti) che ci dice quanta parte della ricchezza è in capo mediamente (attenzione alle medie!) ad ogni abitante di quel Paese. Le classifiche dei Paesi del mondo per PIL totale e per PIL procapite sono molto diverse. Un caso per tutti è la Cina prima o seconda nella classifica del PIL Totale, che ha però un PIL pro-capite che la posiziona al 89° posto, sia pur in costante crescita. L’Italia scende al 40° posto e la Russia al 57° (è pertanto ingiustificato il posizionamento della Russia tra le grandi potenze, se non per il fatto che destina una quota molto alta del PIL Totale in spese di armamento).

Certo che anche il PIL totale è importante. Non indica la ricchezza dei singoli abitanti, ma il valore complessivo, da cui dipendono quelle voci di spesa pubblica che determinano la potenza di uno Stato (la Cina oggi è in grado di spendere in Ricerca più degli Stati Uniti !).

Altra questione fondamentale, per rimanere ancora a parlare di PIL è la differenza tra valore assoluto (la ricchezza o il benessere di Paese) e la percentuale di crescita annua (o calo) del PIL di quello stesso Paese. Il numero che viene sempre citato quando si parla di PIL e che è diventato ormai quasi una ossessione, non è la misura della ricchezza, ma la misura della variazione della ricchezza da un anno all’altro (in termini matematici la sua derivata).

Le economie di tutti i Paesi si misurano, prima che sul livello di ricchezza, sulla sua crescita. Anche questo fatto è fonte di equivoci. Se si passa dal 3% all’ 1% si ha spesso la percezione che si sia diventati più poveri. In realtà è calata la velocità di crescita, ma non è calato il benessere, anzi è aumentato (“solo” dell’1%). Se ci si concentra sulla classifica dei diversi Paesi in ordine decrescente di crescita del PIL si verifica una cosa abbastanza ovvia, che però viene spesso trascurata. I Paesi a crescita maggiore sono quelli poveri per i quali è facile, con poco incremento di benessere assoluto, registrare crescite significative (estremizzando se da un pasto al giorno passo a due la crescita è del 100%…). Oltre un certo livello di ricchezza diventa difficile fare grandi incrementi e pertanto i Paesi evoluti convergono verso un asintoto della crescita. La classifica del tasso di crescita è molto più mobile negli anni rispetto alla classifica del PIL Totale o del PIL pro capite in quanto dipende da molte situazioni contingenti.

IL PIL Totale e il PIL procapite invece tendono tutti a salire. Stiamo assistendo, contrariamente a quanto credono in tanti ad una vera e propria “fuga dalla povertà” in tutti i paesi del mondo. Leggi “Factfulness” di Hans Rosling o “La grande fuga” di Angus Deaton.

E ancora. Se si vogliono fare comparazioni storiche (l’andamento del PIL nel tempo) occorre modificare ancora la definizione e il metodo di calcolo del PIL, per eliminare l’effetto inflazione e rendere confrontabili i poteri di acquisto di epoche diverse.

Abbiamo “giocato con il PIL”, ma gli stessi ragionamenti potrebbero essere fatti per qualunque grandezza.

Riassumendo: nessun numero ha senso se non lo si associa alla sua definizione precisa e alla sua unità di misura. Nessuna valutazione quantitativa deve essere presa come vangelo se non ci si è posto qualche interrogativo con spirito critico e inclinazione al dubbio : da quale fonte è stato tratto? si tratta di una fonte affidabile? quale grandezza vuole realmente rappresentare? quale è la unità di misura con la quale è stato espresso?

Ugualmente nessun numero può essere messo a confronto con un altro se non è espresso nella stessa unità di misura e se non è definito nello stesso identico modo.

I numeri possono essere traditori o fuorvianti, spesso perché citati con superficialità e a volte, purtroppo, anche perché manipolati in malafede.

Last modified: 10 Febbraio 2021

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